Category: Novità

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GLI EDIFICI NUOVI O RISTRUTTURATI INTEGRALMENTE DEVONO PRODURRE IL 50% DELL’ENERGIA TERMICA CON LE RINNOVABILI. COME RISPETTARE NORMATIVA E AMBIENTE.

L’integrazione di impianti basati su fonti rinnovabili all’interno degli edifici è obbligatoria a livello nazionale ormai da più di un decennio. Il decreto legislativo 28/2011 imponeva per le nuove costruzioni (già dal 2011) l’obbligo di garantire il fabbisogno di energia da fonti rinnovabili per una quota pari al 50% e produrre una quota di potenza elettrica da fonte rinnovabile.
L’obiettivo è chiaro: abbassare il contributo (consistente!) della climatizzazione invernale ed estiva sulle emissioni climalteranti grazie alla diminuzione del consumo di combustibili fossili in linea con il piano di decarbonizzazione al 2030.

L’obbligo di utilizzare fonti rinnovabili negli edifici è definito dal decreto 199/2021, chiamato anche “Decreto Rinnovabili” che recepisce le indicazioni della Direttiva Europea 2018/2001 del dicembre 2018.
Il Decreto ha stabilito livelli minimi di fonti rinnovabili nella produzione di energia termica degli immobili in questi casi:

  • edificio di nuova costruzione o ampliamento di edificio la cui nuova porzione climatizzata ha un volume superiore del 15% del preesistente (quest’ultima condizione in alcuni casi legati alle regole vigenti nelle singole Regioni);
  • edificio esistente sottoposto a ristrutturazione rilevante con superficie utile superiore a 1000 metri quadrati, soggetto a ristrutturazione integrale degli elementi edilizi costituenti l’involucro, oppure edificio esistente soggetto a demolizione e ricostruzione.

Fino al 13 giugno 2022, in questi edifici vigeva l’obbligo di produrre almeno il 50% di energia termica con fonti rinnovabili e di garantire una potenza di 20 W per ogni m2 di superficie della casa a livello del terreno (una casa che occupa 100 m2 di terreno aveva l’obbligo di installare almeno 2 kW di impianto fotovoltaico).

Sono state decise a livello nazionale percentuali minime per coprire con fonti rinnovabili il fabbisogno di energia annuo per il riscaldamento, il raffrescamento e la produzione di acqua calda sanitaria (ACS); nelle singole Regioni la normativa può essere ancora più stringente.

Per le pratiche edilizie presentate in Comune dopo il 23 Giugno 2022 le percentuali stabilite sono:

  • riscaldamento + raffrescamento + produzione di acqua calda sanitaria (nel loro insieme): 60% per edifici privati, 65% per edifici pubblici;
  • sola produzione di Acqua Calda Sanitaria (ACS): 60% per i privati e 65% per edifici pubblici.

Inoltre, è obbligatorio rispondere alla produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili per una quota aumentata da 20 W a 50 W per ogni metro quadrato di superficie al livello del terreno (la stessa casa di 100 mq deve garantire 5 kW di potenza con un impianto fotovoltaico).

È facile intuire come il calcolo esatto della quantità di energia rinnovabile necessaria possa essere fatto solo da un progettista termotecnico che sappia calcolare tutta l’energia termica che serve alla tua abitazione. Inoltre, le differenti tecnologie sono considerate più o meno rinnovabili, solo a seconda di precisi indicatori di cui il progettista deve tenere conto.

DEROGHE ALLE IMPOSIZIONI DI LEGGE
Esistono due casi in cui è possibile derogare alle imposizioni di legge sulle rinnovabili:

  • se l’edificio è allacciato a una rete di teleriscaldamento efficiente che soddisfa l’intero fabbisogno di energia termica per il riscaldamento e per l’acqua calda sanitaria (in questo caso “efficiente” non è un semplice aggettivo generico ma fa riferimento alla definizione del decreto 102/2014 che stabilisce alcuni parametri perché una centrale di teleriscaldamento possa definirsi tale. Il gestore della rete di teleriscaldamento è obbligato a dare indicazioni in tal senso;
  • se l’edificio è sottoposto a tutela di carattere storico-urbanistico, solamente se è dimostrato che gli obblighi per il rispetto dei parametri (installazione di pompe di calore e di pannelli solari) siano incompatibili con i vincoli paesaggistici o culturali.

TECNOLOGIE PER RISPETTARE L’OBBLIGO DI FONTI RINNOVABILI
Bisogna fare subito chiarezza su una questione: l’obbligo riguardante la copertura del fabbisogno termico con le rinnovabili negli edifici stabiliti con il D.Lgs. 199/2021 non può essere soddisfatto tramite impianti che producono esclusivamente energia elettrica, utilizzata poi per alimentare i sistemi di riscaldamento.

Il fotovoltaico, insomma, è sempre la migliore soluzione per rispondere all’obbligo di copertura della potenza elettrica da fonti rinnovabili (50 W/mq), oltre che a rendere più efficiente la propria abitazione e risparmiare sui consumi, ma nel calcolo dell’energia termica non basta perché non viene conteggiato direttamente come energia rinnovabile, ma solo a compensazione dei fabbisogni di energia elettrica dell’edificio.

Per rispondere al 60% di copertura dell’energia termica sono necessarie tecnologie che sfruttano le rinnovabili termiche, ossia:

  • pompe di calore per la climatizzazione invernale ed estiva
  • pannelli solari termici per la produzione di acqua calda sanitaria (o per integrare il riscaldamento)
  • generatori di calore a biomassa.

Ora potrai capire perché in tutte le nuove costruzioni non troverai più una caldaia a gas come unico generatore di calore, ma piuttosto una pompa di calore.

La combinazione di queste tecnologie efficienti consente di rispettare la legge, ridurre consumi e costi in bolletta e abbattere le emissioni in atmosfera.

Come già detto, per rispondere all’obbligo di produzione di energia elettrica da fonte rinnovabile la soluzione è quasi obbligata ed è costituita dall’impianto fotovoltaico.

Segnaliamo a riguardo che il decreto 199/2021 e il successivo impianto legislativo hanno notevolmente semplificato l’installazione di impianti solari fotovoltaici (e termici) sugli edifici equiparando la loro installazione, nella maggior parte dei casi, a interventi di edilizia libera.

EVOLUZIONE FUTURA DEGLI OBBLIGHI SULLE RINNOVABILI

Già dopo la pubblicazione della direttiva 2018/2001, nel 2023 questa direttiva è stata modificata con la direttiva (UE) 2023/2413, come risultato di importanti modifiche, tra cui segnaliamo:

  • Il pacchetto “Fit for 55%” per ridurre le emissioni di gas climalteranti del 55% rispetto al 1990, fissando la quota di rinnovabile in EU al 40%
  • Il piano Repower EU del maggio 2022, a seguito della guerra Russia-Ucraina, che ha l’obiettivo di smarcarsi dalla dipendenza del gas russo e prevede l’installazione di pompe di calore e di impianti fotovoltaici per raggiungere il 45% di quota rinnovabile in EU.

A livello nazionale, il Decreto Rinnovabii 199/2021 impone dal 2024 una revisione almeno quinquennale degli obblighi previsti nel decreto.

Vuoi confrontarti con noi per sapere adempiere agli obblighi che riguardano le fonti rinnovabili negli edifici nuovi o integralmente ristutturati? Cliccando qui potrai chiederci maggiori informazioni.

(photo credit Christian Reimer)

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COME RINFRESCARE CASA? LE 7 TECNOLOGIE A DISPOSIZIONE

Climatizzatori fissi o portatili, raffrescamento a pavimento, Ventilazione meccanica controllata sono alcune delle soluzioni a disposizione. Una mini-guida per sapere come rinfrescare casa.

Casa senza aria condizionata? È il momento di pensarci
Se, come sembra, i cambiamenti climatici ci metteranno di fronte a estati sempre più lunghe e torride, poter sopravvivere senza aria condizionata diventerà quasi impossibile.

Da dove bisogna partire per capire come rinfrescare casa? Qual è il sistema migliore?
Le tecnologie a disposizione sono diverse e la scelta va fatta valutando sia le funzionalità dei sistemi sia le caratteristiche della nostra abitazione. Oltre, naturalmente, alle nostre esigenze.

Gli elementi che devi considerare per scegliere una soluzione di raffrescamento sono:

  • spazio a disposizione in casa (e all’esterno, se scegli un climatizzatore, per posizionare l’unità principale);
  • eventuali opere necessarie a livello murale e impiantistico;
  • numero dei locali che si vogliono climatizzare;
  • prestazioni e dimensionamento del sistema, per ottenere le condizioni di comfort desiderate;
  • efficienza energetica per garantire, a parità di comfort offerto, bassi consumi e risparmi in bolletta;
  • sostenibilità ambientale in termini di emissioni e di utilizzo di gas refrigeranti ecologici (nel caso dei climatizzatori);
  • praticità nella gestione delle modalità di funzionamento (freddo, caldo, deumidificazione, velocità ventola, funzionamento automatico, timer);
  • funzionalità innovative “smart” (controllo a distanza, rilevamento automatico presenze, rilevamento qualità dell’aria);
  • silenziosità, soprattutto se si vogliono installare gli apparecchi nelle camere da letto;
  • eventuale integrazione di tecnologie di purificazione dell’aria;
  • design curato, che non impatti eccessivamente sull’estetica degli ambienti.

CONDIZIONATORE O CLIMATIZZATORE FISSO
Produrre aria condizionata con un climatizzatore (o condizionatore) è, senza dubbio, la prima soluzione a cui si pensa quando si vuole raffrescare la propria casa. I climatizzatori fissi sono pompe di calore aria-aria, in grado sia di raffrescare in estate che di riscaldare in inverno (riscaldando con un condizionatore, tra l’altro, si può anche risparmiare).
Ormai, quasi tutti sono dotati di compressori con tecnologia inverter, che modula la potenza del climatizzatore in funzione delle necessità, evitando gli sprechi di energia dei vecchi modelli on/off.
I climatizzatori fissi sono generalmente silenziosi e versatili; possono essere installati praticamente in tutte le abitazioni con interventi anche non invasivi, basta la disponibilità di un balconcino per posizionare l’unità esterna oppure avere la possibilità di montarla in facciata.

È necessario scegliere un climatizzatore con potenza adeguata (espressa in BTU/h o in kW) a seconda del volume dell’ambiente da rinfrescare, altrimenti si rischia di non riuscire a raggiungere la temperatura desiderata. Bisogna considerare anche l’isolamento termico dell’edificio, le caratteristiche degli infissi e l’esposizione dei locali. Prima di acquistare un climatizzatore, è fondamentale leggere bene l’etichetta energetica. Oltre alla classe energetica (gli apparecchi migliori oggi sono A+++), bisogna controllare l’indice di prestazione stagionale SEER relativo al raffrescamento: più alto è il suo valore, maggiore sarà l’efficienza.

Ricordiamo che chi sceglie di installare un climatizzatore a pompa di calore in casa, può sfruttare fino alla fine del 2024 gli incentivi fiscali:

  • Bonus ristrutturazioni (50% di detrazione fiscale, valida per la sostituzione di un vecchio sistema oppure per l’installazione di uno nuovo)
  • Ecobonus (65% di detrazione per la sostituzione di un sistema meno efficiente). Questo incentivo è valido solo se il sistema sostituisce l’impianto di climatizzazione invernale esistente.

CONDIZIONATORE O CLIMATIZZATORE PORTATILE
I condizionatori (o climatizzatori) portatili sono economici e si possono installare in casa senza effettuare alcuna opera impiantistica, con il vantaggio di poterli trasportare da una stanza all’altra. Sono però:

  • meno efficienti di quelli fissi
  • decisamente più rumorosi
  • più ingombranti

Inoltre, la presenza del tubo flessibile dal quale viene espulsa l’aria calda impone un passaggio verso l’esterno che si può ottenere solo tenendo la finestra leggermente aperta (con una conseguente dispersione termica non indifferente) oppure realizzando un apposito foro nel vetro.

POMPA DI CALORE CON RAFFRESCAMENTO A PAVIMENTO
Il raffrescamento a pavimento permette di rinfrescare casa senza condizionatore ed è una valida alternativa ai classici climatizzatori ad aria, garantendo il comfort desiderato con un grande risparmio di energia.
Un impianto di raffrescamento a pavimento deve avere “a monte” una pompa di calore elettrica aria-acqua (o acqua-acqua) che viene utilizzata d’inverno per il riscaldamento, con il grande vantaggio di utilizzare un unico impianto per climatizzare la casa tutto l’anno.
La distribuzione del caldo/freddo avviene per irraggiamento: all’interno delle serpentine posate sotto il pavimento, in estate viene fatta scorrere acqua refrigerata alla temperatura di 15-18°C che abbassa la temperatura ambiente fino al livello desiderato.
Il raffrescamento a pavimento è una soluzione indicata nel caso di nuove costruzioni o ristrutturazioni in cui viene riqualificato anche l’impianto termico. Trattandosi di sistemi con un’inerzia elevata, però, non sono la soluzione più adatta se serve un impianto che rinfreschi la casa in poco tempo.

VENTILATORE
I ventilatori non sono veri e propri sistemi di raffrescamento dell’aria, non producono cioè la classica aria condizionata. Si occupano solamente di trasmettere una piacevole sensazione di fresco, creando correnti che favoriscono l’evaporazione dell’umidità sulla pelle, ma se fa davvero molto caldo il sollievo è limitato.
Sono disponibili in diverse dimensioni e tipologie (a soffitto, a piantana, da appoggio, con nebulizzatore dell’acqua integrato o senza pale) e hanno il vantaggio di essere pratici, costare poco e di consumare una minima quantità di energia elettrica. Per contro, con i ventilatori non è possibile impostare alcuna temperatura da raggiungere e, contrariamente ai climatizzatori, l’effetto è temporaneo: non appena si spengono si interrompe l’effetto rinfrescante, e caldo e umidità tornano subito a farsi sentire. Infine – ed è un aspetto da non sottovalutare – i ventilatori sono apparecchi generalmente rumorosi.

VENTILAZIONE MECCANICA CONTROLLATA CON FREE COOLING
I sistemi di Ventilazione meccanica controllata (VMC) non sono strumenti per la climatizzazione degli ambienti, ma svolgono l’importante funzione di ricambiare costantemente l’aria interna di casa, producendo aria pura e priva di umidità in eccesso, senza dover aprire le finestre. Sono molto importanti negli edifici nuovi o in quelli ristrutturati con cappotto termico e infissi ad alta tenuta, perché in questi ambienti, quasi “stagni”, non esiste una minima circolazione naturale dell’aria e c’è il rischio di formazione di muffe.
La VMC contribuisce anche a far risparmiare sul riscaldamento, perché recuperano il calore dell’aria interna prima che questa venga espulsa all’esterno.
In estate, però, possono aiutare a rinfrescare casa senza condizionatore in modo naturale e gratuito. Nei mesi caldi, infatti, l’aria fresca notturna viene immessa negli ambienti caldi (una volta purificata, ma senza passare dallo scambiatore di calore), regalando un clima piacevole durante il sonno senza dover utilizzare il climatizzatore. Questo metodo di raffrescamento si chiama “free cooling” ed è particolarmente sano, oltre a essere gratuito.

RAFFRESCAMENTO EVAPORATIVO
Il raffrescamento evaporativo sfrutta un principio di raffreddamento naturale per raffrescare l’aria.
Diversamente dal climatizzatore, in cui un compressore agisce su un gas refrigerante con particolari proprietà termodinamiche, nei sistemi di raffrescamento evaporativo l’aria aspirata dall’ambiente viene fatta passare attraverso un filtro costantemente bagnato, dove si raffredda cedendo calore all’acqua.
I raffrescatori evaporativi hanno bassi costi di installazione e consumi ridotti. Dato che creano umidità nell’ambiente (l’acqua che evapora dal filtro), sono però poco indicati per essere utilizzati in ambienti chiusi come quelli domestici (in una casa potrebbero persino peggiorare il comfort!), mentre si dimostrano adatti all’esterno o in ambienti grandi come i capannoni industriali aperti, dove c’è un continuo ricambio di aria.

SOLAR COOLING
Pochi sanno che con il calore del sole si può anche raffrescare la propria casa in estate. Stiamo parlando del solar cooling, ovvero la possibilità di sfruttare il solare termico, utilizzato normalmente per produrre l’acqua calda sanitaria che si utilizza in casa, anche per produrre acqua refrigerata da far scorrere nei terminali radianti.
In abbinamento ai pannelli, è necessario in questo caso installare una macchina frigorifera ad assorbimento che sfrutta l’energia termica generata dai pannelli. Il solar cooling è una tecnologia con ottime prospettive, ma è ancora poco utilizzata in ambito residenziale, soprattutto a causa dei costi più alti rispetto ai climatizzatori.

Vuoi confrontarti con noi per sapere come raffrescare al meglio la tua casa? Cliccando qui potrai chiederci maggiori informazioni.

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UNA PICCOLA GUIDA INTRODUTTIVA ALLA TECNOLOGIA DELLE POMPE DI CALORE, PER SCOPRIRE VANTAGGI, FUNZIONAMENTO, TIPOLOGIE E CAPIRE QUALE MODELLO SCEGLIERE.

Per abbandonare le fonti fossili e passare alle rinnovabili pulite nel riscaldamento degli edifici una soluzione c’è: sono le pompe di calore, il sistema più indicato per chi vuole costruire o ristrutturare una casa a basso impatto ambientale.
Questa tecnologia offre molti vantaggi:

  • azzera le emissioni nocive locali e contribuisce ad abbassare quelle di CO2, perché utilizza energia elettrica e fonti rinnovabili;
  • funziona con rendimenti altissimi, ben superiori a quello di una caldaia a gas, dunque fa risparmiare energia;
  • la maggiore efficienza determina anche risparmio economico: se ci sono le giuste condizioni ambientali, il risparmio può superare il 30-40% in bolletta;
  • consente di soddisfare i requisiti della normativa italiana (D. Lgs 199/2021), che prevedono l’obbligo di soddisfare il 60% del fabbisogno termico dei nuovi edifici (65% nel caso degli edifici pubblici) e per questo motivo sono ormai uno standard nelle nuove costruzioni; nelle ristrutturazioni permette di migliorare di 2 classi energetiche l‘edificio anche senza realizzare il cappotto termico;
  • se la pompa di calore è reversibile permette sia di riscaldare sia di raffrescare casa con un unico impianto;
  • installando un impianto fotovoltaico per alimentare la pompa di calore si ottiene una sostanziale autonomia per il riscaldamento e si riduce ai minimi termini la bolletta.

GLI INCENTIVI PER LE POMPE DI CALORE
Le pompe di calore possono essere installate sfruttando differenti incentivi economici.

Con il Bonus ristrutturazioni (o Bonus casa), si può detrarre dall’Irpef in dieci anni il 50% della spesa anche se il sistema non sostituisce un impianto esistente. Se, invece, si tratta della sostituzione di un impianto di climatizzazione invernale, ad esempio una caldaia a gas, e la pompa di calore è ad alta efficienza (in base a dei valori limite previsti dalla normativa di riferimento), allora è possibile fruire della detrazione fiscale del 65% dell’Ecobonus. Entrambi questi incentivi sono attualmente previsti fino alla fine del 2024.

Una terza alternativa per abbassare il costo di installazione di una pompa di calore è il Conto Termico, che permette di recuperare una parte della spesa in 2 o 5 anni con un rimborso che viene erogato direttamente sul conto corrente.
Anche in questo caso si deve trattare della sostituzione di un impianto preesistente.

IL FUNZIONAMENTO DELLE POMPE DI CALORE
Il funzionamento di una pompa di calore è quello del ciclo termodinamico della “macchina di Carnot”.
Sfruttando un compressore alimentato da energia elettrica, questi sistemi riescono a trasportare il calore presente in una sorgente naturale, ad esempio l’aria esterna, all’interno delle nostre case. I particolari gas (es. propano) che circolano nel circuito vengono ciclicamente compressi per innalzarne la pressione e raggiungere la temperatura necessaria e poi fatti evaporare per ripetere il ciclo. Il calore ottenuto nel processo termodinamico viene trasferito agli ambienti riscaldandoli con diverse modalità.

Invertendo il ciclo di funzionamento, le pompe di calore fanno esattamente l’opposto: prelevano il calore all’interno e lo portano fuori raffrescando gli ambienti, proprio come fa un frigorifero.

POMPE DI CALORE IDRONICHE
La tipologia più semplice di pompa di calore è il climatizzatore di casa, che trasferisce freddo (anche caldo, se è reversibile) direttamente all’aria degli ambienti.
Qui parliamo però delle pompe di calore idroniche (aria-acqua o acqua-acqua) che non riscaldano o raffrescamento direttamente l’aria, ma l’acqua dell’impianto di riscaldamento e l’acqua sanitaria che utilizziamo in bagno e in cucina.
Le pompe di calore idroniche funzionano nel modo più efficiente con sistemi di diffusione del calore a bassa temperatura (35-40 °C) come i pannelli radianti a pavimento, ma oggi esistono modelli ad alta temperatura che, grazie soprattutto all’utilizzo di particolari gas, raggiungono temperature più elevate dell’acqua (fino a 70°C) e sono quindi adatte anche ai classici radiatori.

TIPOLOGIE DI POMPE DI CALORE A SECONDA DELLA FONTE ESTERNA
A seconda della fonte naturale da cui prelevano energia termica, le pompe di calore idroniche si distinguono in tre tipologie:
1) Pompa di calore aria acqua: sfruttano l’energia termica presente nell’aria esterna (l’aria contiene sempre un po’ di energia termica anche a bassissima temperatura) e sono le più utilizzate perché più semplici dal punto di vista impiantistico e con minori costi di installazione. Possono essere configurate anche all’interno di sistemi ibridi, che affiancano una pompa di calore a una caldaia a condensazione.

2) Pompa di calore geotermica acqua acqua: l’energia termica in questo caso è prelevata da acqua di falda o da fiumi e laghi. Vantano un livello di efficienza superiore per tutta la stagione invernale, perché l’acqua rimane a temperature più costanti. Bisogna però mettere in conto costi superiori di installazione.

3) Pompa di calore geotermica terra acqua: qui la fonte rinnovabile è il terreno da cui viene prelevato calore, grazie all’inserimento di una sonda nel sottosuolo a circa 10 metri di profondità, dove le temperature subiscono una modesta variazione nell’anno. Anche in questo caso, l’efficienza è superiore a fronte di costi di installazione e progettazione più alti.

TIPOLOGIE DI POMPA DI CALORE A SECONDA DELL’INSTALLAZIONE
Dal punto di vista costruttivo esistono due tipologie di pompe di calore idroniche: monoblocco o splittate. Vediamo in cosa si differenziano.

Pompe di calore monoblocco: in questi modelli il gruppo frigorifero (compressore, valvola di laminazione, evaporatore, circuito gas) e la parte idronica (circolatore, scambiatore) sono contenuti in un unico “contenitore” posto all’esterno della casa e il circuito gas è sigillato ermeticamente; in casa arrivano solo le tubazioni dell’acqua calda o refrigerata.

Pompe di calore splittate: il gruppo frigo risiede nell’unità esterna mentre la parte idronica è nell’unità interna che si installa dentro l’abitazione (in casa arrivano le tubazioni in cui scorre il gas refrigerante).

A livello pratico, la scelta tra una pompa di calore monoblocco o splittata deve essere fatta considerando essenzialmente le problematiche tecniche di installazione. Le monoblocco sono indicate, ad esempio, se il refrigerante è il propano, un gas soggetto a requisiti di sicurezza più stringenti.

POMPA DI CALORE IN ABBINAMENTO AL FOTOVOLTAICO
L’abbinamento di un impianto fotovoltaico con un sistema di riscaldamento elettrico basato su pompa di calore è senz’altro conveniente. Si può alimentare la pompa di calore con la produzione di elettricità rinnovabile dei pannelli (soprattutto se è installato anche un sistema di accumulo elettrico), avvicinandosi all’autosufficienza energetica e ottenendo riscaldamento, raffrescamento e acqua calda sanitaria a zero emissioni e quasi gratis (in alcuni periodi dell’anno, dove la produzione fotovoltaica cala, sarà comunque necessario consumare elettricità dalla rete).

Si può senz’altro affermare che la soluzione integrata costituita da pompa di calore e fotovoltaico rappresenta oggi lo stato dell’arte della climatizzazione efficiente, economica e ambientalmente sostenibile.

COME FARE LA SCELTA GIUSTA PER UNA POMPA DI CALORE
La progressiva diffusione delle pompe di calore ha spinto i produttori a diversificare l’offerta, tanto che oggi esistono molti modelli di diversa potenza adatti a quasi tutti i contesti (da pochi kW per abitazioni unifamiliari fino a centinaia di kW) e studiati per essere installati anche in spazi abbastanza ristretti.
Per scegliere la soluzione più adatta alla tua abitazione devi rivolgerti a uno specialista, come un progettista specializzati della Viessmann Professional Network, ovvero la Rete Viessmann di ingegneri, architetti, geometri e periti qualificati in efficienza energetica.

Per quale motivo?
Perché con una pompa di calore la fase progettuale è più importante e complessa rispetto a una caldaia. Se il progetto non è corretto, rischi di non ottenere il comfort giusto in casa o di spendere troppo in bolletta elettrica.

Per identificare il prodotto migliore, un termotecnico esperto considera:

  • la zona geografica dove è situato l’edificio;
  • il tipo di edificio come dimensioni e livello di isolamento termico;
  • il sistema di diffusione del calore che si vuole utilizzare (se vuoi, ad esempio, utilizzare i radiatori già presenti oppure vuoi l’impianto con i pannelli radianti);
  • la temperatura di esercizio a cui deve scaldare l’acqua la pompa di calore, in funzione di tutti gli aspetti sopra elencati;
  • le necessità di acqua calda sanitaria a seconda di quanti siete in famiglia, per dimensionare correttamente il bollitore di accumulo dell’acqua calda e suggerire l’eventuale supporto del solare termico;
  • lo spazio a disposizione esternamente e internamente all’abitazione, per poter installare senza problemi l’unità esterna, l’unità interna (se la pompa di calore è splittata) e il bollitore per l’accumulo dell’acqua calda.

Vuoi saperne di più sulle pompe di calore? Cliccando qui potrai chiederci maggiori informazioni.

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CALDAIA IBRIDA CON TERMOSIFONI, LA SOLUZIONE PER GLI EDIFICI ESISTENTI

I “sistemi ibridi” (chiamati anche caldaie ibride o pompe di calore ibride) sono soluzioni per il riscaldamento e la produzione di acqua calda sanitaria caratterizzate dalla possibilità di utilizzare diversi sistemi e fonti energetiche per il loro funzionamento: generalmente fonti fossili ed elettricità. In questo caso, si tratta dell’abbinamento tra una caldaia a condensazione a gas e una pompa di calore elettrica.

PERCHÈ È UTILE COMBINARE DUE DIVERSI SISTEMI DI RISCALDAMENTO?
Perché si possono sfruttare le migliori caratteristiche di ciascun generatore di calore, ottenendo comfort garantito, meno emissioni (per la presenza della pompa di calore) e anche bollette meno salate.
Grazie alla flessibilità e alla possibilità di adattarsi a molti tipi di abitazioni, i sistemi ibridi permettono di risolvere il problema dell’impatto ambientale del riscaldamento degli edifici dove non è possibile installare solo la pompa di calore, comprese le vecchie case con i termosifoni.

COS’È UNA CALDAIA IBRIDA?
Una caldaia ibrida, o pompa di calore ibrida, è un sistema di riscaldamento composto da due differenti generatori di calore che funzionano in modo “sinergico”:

  • caldaia a condensazione a gas;
  • pompa di calore idronica (ossia che riscalda l’acqua dell’impianto, come la caldaia).

Le caldaie ibride possono essere installate sfruttando l’Ecobonus 65% e il Conto Termico, ma per farlo devono rispettare alcuni requisiti: sia la caldaia a condensazione che la pompa di calore devono garantire determinati rendimenti e il sistema deve essere certificato come “Factory made”, ossia progettato e realizzato appositamente da un unico costruttore.
Non è, quindi, possibile utilizzare una caldaia a condensazione già presente in casa e montare anche una pompa di calore per ottenere un sistema ibrido.

COME SI ALIMENTA UNA CALDAIA IBRIDA?
Una caldaia ibrida funziona con il gas che serve alla caldaia a condensazione e con l’elettricità consumata dalla pompa di calore.
Una pompa di calore, però, non sfrutta solo l’elettricità, ma anche una fonte rinnovabile già presente: generalmente l’energia termica dell’aria esterna.
Grazie alla compressione e alla decompressione ciclica di particolari gas, il calore contenuto in queste sorgenti viene trasferito dalla pompa di calore dentro gli ambienti di un’abitazione. Inoltre, invertendo il ciclo di funzionamento una pompa di calore può anche raffrescare, esattamente come fa un frigorifero.

I VANTAGGI DI UNA CALDAIA IBRIDA
Le caldaie e le pompe di calore sono entrambe basate su tecnologie consolidate, ma nell’innovativa versione ibrida sono abbastanza recenti. Il successo, spinto indubbiamente dagli incentivi come il Superbonus, è legato al fatto che in molti casi rappresentano la vera soluzione. Grazie a una caldaia ibrida, infatti, si ottengono contemporaneamente questi vantaggi:
1) utilizzo delle fonti rinnovabili grazie alla presenza della pompa di calore;
2) mantenimento di un comfort domestico ottimale anche in giornate particolarmente fredde;
3 possibilità di installazione anche in edifici non bene isolati e dotati di impianto con termosifoni;
4) riduzione dei consumi e dei costi di riscaldamento.

COME FUNZIONA UN SISTEMA IBRIDO CON CALDAIA E POMPA DI CALORE?
Il funzionamento di una caldaia ibrida è “intelligente”, grazie alla presenza di un sistema di gestione che fa lavorare la caldaia o la pompa di calore in modo parallelo o alternato in base a quanta energia termica sta richiedendo l’abitazione in quel momento.
Fino a un certo livello di richiesta termica, nei giorni meno freddi, funziona solo la pompa di calore elettrica che garantisce efficienza e sostenibilità superiori, dopodiché – quanto bisogna riscaldare di più perché fuori fa più freddo – subentra la caldaia a condensazione, in affiancamento oppure, se il clima è molto rigido, ad esempio sotto gli 0°C, da sola. Il tutto in maniera automatica senza dover intervenire: il sistema considera in ogni momento la temperatura esterna, la temperatura dell’acqua di mandata dell’impianto ed altri parametri preimpostati.

QUANDO CONVIENE MONTARE UNA CALDAIA IBRIDA?
Ci si potrebbe chiedere: ma se la pompa di calore è il sistema di riscaldamento più sostenibile ed efficiente, perché bisogna integrare anche una caldaia a condensazione? Perché, come abbiamo ricordato sopra, la pompa di calore lavora con rendimenti alti solo se ci sono condizioni ottimali che non sempre si verificano. Inoltre, se i caloriferi non sono particolarmente generosi, quando fa molto freddo la sola pompa di calore può non riuscire a riscaldare abbastanza gli ambienti, in particolare se l’edificio è vecchio e non è presente il cappotto termico. In tutti questi casi il fatto di poter contare anche su una caldaia a condensazione risolve qualsiasi problema.
Nei vecchi condomini con riscaldamento centralizzato la caldaia ibrida può essere la soluzione migliore per raggiungere una maggiore sostenibilità e risparmio in bolletta, ma anche nelle abitazioni unifamiliari non riqualificate situate in zone climatiche rigide.

La valutazione corretta, in ogni caso, va sempre fatta fare a un tecnico esperto che potrà capire se per l’edificio in questione potrà bastare la pompa di calore o se sarà necessario un sistema ibrido.

Viessmann ha realizzato un rapido check energetico che ti permetterà di scoprire in pochi passi la classe energetica della tua abitazione ed individuare la soluzione più adatta alle tue esigenze.

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QUANTO SI RISPARMIA CON LA CALDAIA IBRIDA?
Un sistema ibrido costituito da caldaia a condensazione e pompa di calore elettrica non può permetterti di fare a meno del gas, dunque questa bolletta continuerà ad arrivare. Ma i risparmi non mancheranno.
Orientativamente, si può affermare che chi la sceglie ha un risparmio dei consumi di gas fino al 50%. Tutto, dipende, però, da come è stato dimensionato l’impianto e impostato il sistema intelligente che lo regola. In altre parole, da quanto la caldaia entra in funzione in affiancamento oppure in sostituzione della pompa di calore.

Vuoi saperne di più su come muoverti per cambiare la caldaia? Cliccando qui potrai chiederci maggiori informazioni.

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QUANDO BISOGNA SOSTITUIRE LA CALDAIA?

In linea di massima, una caldaia può durare più di 15 anni, ma con il passare del tempo possono intensificarsi episodi di malfunzionamento che, oltre a lasciarti al freddo in pieno inverno, fanno aumentare le spese per le riparazioni.

Inoltre, acquistando una caldaia a condensazione, avrai un modello con efficienza superiore, ridurrai i consumi e spenderai decisamente meno in bolletta, oltre ad avere a disposizione funzionalità evolute che migliorano il comfort domestico.

Oggi, poi, c’è un’altra ottima ragione per decidere di cambiare la caldaia: come spieghiamo più avanti, presto gli attuali incentivi per l’installazione di questi sistemi potrebbero non esserci più. Perché rinunciare alla possibilità di dimezzare il prezzo di acquisto della tua nuova caldaia?

SOSTITUZIONE CALDAIA, ECCO I SEGNALI PREMONITORI

Esistono alcuni segnali che sono dei “campanelli d’allarme” e che dovrebbero convincere anche i più indecisi che è arrivato il momento di sostituire la caldaia:

  • Malfunzionamenti ripetuti che richiedono l’intervento dell’assistenza a pagamento;
  • Riparazioni e sostituzione di componenti che non sono economicamente vantaggiose (il classico caso in cui si pensa “non ne vale la pena”);
  • Diminuzione di efficienza e aumento dei consumi, quindi delle bollette del gas, senza che ci sia stato un cambiamento nell’utilizzo della caldaia;
  • Incapacità della caldaia di garantire un’adeguata produzione di acqua calda sanitaria.

QUALI SONO GLI ATTUALI BONUS PER LA SOSTITUZIONE DELLA CALDAIA?
Oggi se sostituisci la vecchia caldaia installando al suo posto una caldaia a condensazione di classe A, puoi accedere in alternativa a due diversi incentivi che, almeno in teoria, dovrebbero restare fino alla fine del 2024:
1) Bonus ristrutturazioni o Bonus casa: consente di detrarre dall’Irpef il 50% delle spese, entro un limite di spesa complessivo per la ristrutturazione di 96.000 euro;
2) Ecobonus: consente di detrarre dall’Irpef il 50 o il 65% delle spese; per ottenere il 65% di sgravio fiscale devi installare insieme alla caldaia a condensazione anche sistemi di termoregolazione evoluti di classe V, VI o VII che aumentano il risparmio energetico;

Entrambi questi incentivi prevedono di recuperare la detrazione spettante in 10 anni in dichiarazione dei redditi. Per accedere dall’Ecobonus 65% dovrai mettere in conto un piccolo investimento aggiuntivo per la sostituzione della caldaia, perché devi installare anche dei componenti di termoregolazione, come le valvole termostatiche sui radiatori di casa.

Devi sapere però, che gli attuali incentivi per le caldaie a gas sono a rischio e di certo non dureranno a lungo. Nell’ambito delle azioni contro il climate change, infatti, l’Europa ha intenzione di interrompere ogni forma di agevolazione per gli impianti che utilizzano fonti fossili, come il gas, anche se gli apparecchi sono efficienti ed evitano emissioni di CO2 rispetto a vecchie caldaie tradizionali.

Al momento la Direttiva UE non è ancora stata approvata definitivamente e può darsi che si arrivi a qualche compromesso. In ogni caso, sostituendo la caldaia quest’anno puoi esser certo di sfruttare gli incentivi.

La soluzione alternativa allo sconto in fattura: Viessmann offre un’alternativa per beneficiare dello stesso vantaggio. Come? Tramite la formula “Credito in fattura” che consente di ottenere un finanziamento agevolato per installare nuovi impianti termici che godono dei bonus fiscali (caldaie a condensazione a gas innovative come le Vitodens 100-W e Vitodens 100-E, pompe di calore, climatizzatori, ecc.). Quando si acquista una caldaia, quindi, si paga solamente la parte di spesa che rimane dopo aver tolto la detrazione spettante (il 50% o il 35% del totale, a seconda del Bonus), mentre il resto viene finanziato con un piano di restituzione rateale. Queste rate saranno ripagate con il valore del credito maturato e detratto dalle tasse in dieci anni, quindi di fatto senza costi aggiuntivi per l’utente.
Se sei interessato/a a questa formula, contattaci!

Quali sono i vantaggi di sostituire la vecchia caldaia con una nuova a condensazione?

  • Rendimenti elevati che consentono risparmi sui consumi di gas fino al 20-30%, se abbinate a sistemi di regolazione ambiente “smart” come i pannelli radianti a pavimento che funzionano a bassa temperatura, ma si consuma comunque meno anche con i tradizionali radiatori;
  • Diminuzione delle emissioni inquinanti per una maggiore tutela ambientale;
  • Bassi costi di gestione della caldaia e risparmio economico in bolletta fino al 30% (possono essere migliaia di euro risparmiati nel corso della vita utile dell’impianto);
  • Maggiore affidabilità e sicurezza del sistema;
  • Aumento del comfort e sprechi evitati grazie alla regolazione evoluta della caldaia.

COSA BISOGNA FARE QUANDO SI VUOLE SOSTITUIRE LA CALDAIA?
La sostituzione della caldaia è una scelta che va sempre ponderata bene e per l’installazione devi affidarti a tecnici qualificati. Ti consigliamo, quindi, di evitare in questo caso l’acquisto online dove nessuno può suggerirti il prodotto giusto per le tue esigenze.

Contattando tecnici esperti potrai trovare il modello di caldaia più adatto alla tua famiglia, in termini di potenza e dimensioni dell’eventuale bollitore, a seconda delle dimensioni della tua casa e del numero di persone che utilizzano l’acqua calda sanitaria.

Infine, se devi sostituire la vecchia caldaia puoi anche valutare altre tecnologie (e anche in questo caso un tecnico esperto può consigliarti). Ad esempio, puoi orientarti sulle pompe di calore aria-acqua che sfruttano una fonte rinnovabile oppure sui sistemi ibridi, che abbinano una caldaia a condensazione a una pompa di calore. L’investimento che dovrai mettere in conto è superiore a quello di una caldaia, ma ti ritroverai con un impianto all’avanguardia, sostenibile per l’ambiente, e che consente di ottenere nel tempo risparmi decisamente superiori.

Con una pompa di calore, poi, scegli di abbandonare completamente il gas per il riscaldamento e passare solo all’elettricità, risparmiando fino al 50% sui consumi grazie alla straordinaria efficienza di questi sistemi. Se installi anche un impianto fotovoltaico con sistema di accumulo elettrico per alimentare la pompa di calore, la bolletta annuale per il riscaldamento può diventare irrisoria.

Vuoi saperne di più su come muoverti per cambiare la caldaia? Cliccando qui potrai chiederci maggiori informazioni.

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COME RISCALDARE LA CASA SENZA GAS

L’esigenza, espressa da sempre più famiglie, di orientarsi verso apparecchi per la climatizzazione domestica che siano innovativi e allo stesso tempo efficienti incontra le direttive statali ed europee che spingono e incentivano il passaggio a generatori di calore alimentati da fonti di energia rinnovabile. Lo scopo è quello di tutelare l’ambiente e assicurare alle generazioni future e attuali una sempre più elevata qualità della vita attraverso la riduzione del consumo di combustibili fossili: riscaldare una casa senza gas è diventato un obiettivo di molte famiglie.

Optare per l’elettricità al posto del gas permette infatti di limitare i consumi energetici abbassando le bollette (se questo passaggio viene fatto correttamente). Addirittura, permette quasi di azzerarle se l’elettricità viene autoprodotta dal proprio impianto fotovoltaico, diventando almeno in parte autonomi per l’energia. Con il gas, questo risultato non si può ovviamente raggiungere.

Spostare il riscaldamento dalle fonti fossili all’elettricità, inoltre, è un mezzo importante per abbattere le emissioni e contribuire alla lotta contro il cambiamento climatico, perché si passa alle fonti di energia rinnovabile, evitando o riducendo la combustione di fonti fossili. Se non si vuole passare all’elettricità, un’alternativa è quella dei generatori a biomassa, che permettono comunque un risparmio economico ma che non sono esenti dal problema delle emissioni di CO2.

Doppia finalità: contenere i costi e assicurare il comfort
Se ti stai chiedendo come riscaldare casa senza gas e passare all’elettricità o alla biomassa, la prima domanda che sorge spontanea è se questa sia la scelta giusta per abbattere i costi delle bollette. Allo stesso modo, però, una soluzione ottimale deve tenere conto del comfort. L’impianto deve essere in grado di garantire la temperatura ottimale in tutti i locali e in tutte le stagioni, anche in quelle più rigide.

La convenienza nel riscaldare senza gas metano, utilizzando invece l’elettricità, dipende essenzialmente da due fattori: costi iniziali e costi operativi.

Questi ultimi sono diversi a seconda del sistema di riscaldamento scelto e variano nel tempo in funzione di quanto paghi l’energia elettrica rispetto al gas. Per quanto riguarda i costi iniziali, invece, l’installazione di sistemi di riscaldamento alternativi al gas può comportare una spesa di partenza più elevata. L’installazione di una pompa di calore può richiedere un investimento più significativo rispetto a una caldaia a gas metano.

Primo passo: rendere più efficiente l’abitazione
Per passare dal riscaldamento con caldaia a gas all’elettricità (pompe di calore) la prima cosa da fare è ridurre il più possibile il fabbisogno energetico, rendendo la tua casa più efficiente. Non è sempre indispensabile, ma è senz’altro molto conveniente ed è una scelta di buon senso. Abbassare a monte la richiesta di energia necessaria per riscaldare (o raffrescare) la tua casa, significa poter installare un sistema meno potente, oppure che l’impianto di riscaldamento funzionerà a pieni giri per molte meno ore al giorno.

La soluzione principale per ridurre il fabbisogno e alzare la classe energetica di un edificio sono il cappotto termico e la sostituzione degli infissi.

Laddove non sia possibile (sia per questioni tecniche sia per questioni economiche) isolare l’edificio è comunque possibile inserire una pompa di calore ed ottenere un riscontro in termini di miglioramento della classificazione.

Secondo passo: scegliere il sistema di riscaldamento senza gas
A questo punto potrai scegliere come riscaldare casa senza gas a seconda delle tue esigenze. Le soluzioni a disposizione, come abbiamo detto, sono sostanzialmente di due tipi:
1) Generatore elettrico, quindi una pompa di calore;
2) Caldaia a biomassa;
Entrambe ti consentono di riscaldare e di produrre acqua calda sanitaria utilizzando un unico sistema, proprio come una caldaia a gas.

A queste potrai affiancare il solare termico per sfruttare il calore del sole e, nel caso della pompa di calore, un impianto fotovoltaico per produrre l’elettricità che consumi.

Le pompe di calore riscaldano, raffrescano e producono acqua calda sanitaria utilizzando energia elettrica ed energia termica rinnovabile presente in natura (aria, acqua o terreno). Sono considerate il sistema di riscaldamento del futuro, perché sono efficientissime (rispetto alla caldaia consumano dal 50% al 20% in meno di energia, a seconda delle condizioni) e non inquinano. Le più diffuse per il riscaldamento degli ambienti sono del tipo aria-acqua: significa che prelevano calore dall’aria esterna e lo trasferiscono all’acqua dell’impianto. Nel caso in cui sia previsto un sistema a pannelli radianti oppure a ventilconvettori, utilizzando una pompa di calore puoi anche raffrescare casa, oltre che riscaldarla.

Anche un normale climatizzatore è considerato una pompa di calore. Infatti il climatizzatore, che normalmente viene associato alla climatizzazione estiva, può essere utilizzato anche per il riscaldamento. Si tratta di una pompa di calore aria-aria che rinfresca o riscalda direttamente l’aria di casa. Utilizzare un climatizzatore per riscaldare è conveniente durante le mezze stagioni, perché con temperature esterne miti questi sistemi funzionano con un’alta efficienza e consumano poca elettricità, permettendoci di ritardare di qualche settimana l’accensione della caldaia.
Un climatizzatore reversibile, però, può anche rappresentare l’unica soluzione di riscaldamento in situazioni particolari, per esempio dove non fa mai molto freddo in inverno o in una seconda casa che si usa poco e si vuole evitare la spesa di installazione di un altro generatore di calore.

Con il fotovoltaico ovviamente non si riscalda, ma si produce elettricità.
Se con questa elettricità alimenti la tua pompa di calore, però, anche i pannelli fanno parte dell’impianto di riscaldamento. Combinare fotovoltaico e pompa di calore è un modo particolarmente intelligente per consentire l’autoproduzione e l’autoconsumo di energia. Un sistema integrato di questo tipo, infatti, ti consente di eliminare il gas e di abbattere contemporaneamente i costi della bolletta elettrica. Soprattutto se aggiungi all’impianto fotovoltaico un sistema di accumulo elettrico, potrai infatti avvicinarti all’indipendenza energetica.

Riscaldare con il solare termico
I pannelli solari termici, a differenza di quelli fotovoltaici, sfruttano il calore gratuito del sole per riscaldare l’acqua calda sanitaria e possono funzionare anche da supporto per l’impianto di riscaldamento, facendoti risparmiare ulteriormente sui consumi della pompa di calore.
In particolare, in estate i pannelli solari termici (o collettori solari) permettono di ottenere fino all’80% dell’acqua calda sanitaria gratis (riescono a portare l’acqua a 80°C!), così puoi evitare di far partire la caldaia o la pompa di calore già dalla primavera. In inverno contribuiscono comunque con una certa quantità di calore, riducendo il lavoro e i consumi della pompa di calore.
Come supporto all’impianto di riscaldamento, con sistemi a bassa temperatura come le pompe di calore il solare termico può contribuire per circa il 20% all’energia termica necessaria.

Riscaldare con la caldaia a biomassa
Una caldaia a biomassa (legna o a pellet), a differenza di un stufa, scalda l’acqua dell’impianto che poi circola in tutta la casa. Si tratta quindi di un generatore di calore che può servire l’intera abitazione (compresa l’acqua calda per bagno e cucina), non solo una stanza.
Storicamente il pellet ha sempre avuto costi decisamente inferiori rispetto al gas, ma dopo la crisi energetica le quotazioni sono aumentate, pur mantenendo un certo vantaggio economico.
Le caldaie a biomassa raggiungono alte temperature, quindi se vuoi abbandonare il gas mantenendo i vecchi termosifoni, possono rappresentare la scelta giusta, in particolare se sei in una zona dove puoi rifornirti di materia prima da filiera corta (oppure non puoi avere a disposizione l’energia elettrica per fare funzionare la pompa di calore).
È importante sapere che per tutelare la qualità dell’aria e godere degli incentivi oggi è possibile installare solo nuove caldaie a biomassa a basso inquinamento classificate con 4 o 5 stelle.

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POMPE DI CALORE PER RISCALDAMENTO E ACQUA CALDA SANITARIA

L’EHPA (l’associazione europea dei produttori di pompe di calore) ha osservato come nel 2022 il mercato delle pompe di calore sia cresciuto in tutta Europa a una velocità senza precedenti: un aumento di oltre il 38% in un anno e un volume totale di vendite superiore a 3 milioni di unità. Ormai le pompe di calore rappresentano circa un quarto del totale dei sistemi di riscaldamento venduti, grazie soprattutto all’installazione in nuovi edifici.

La cosa più importante è scegliere il modello che più si adatta alle proprie esigenze, considerando la tipologia della fonte di energia da cui attingere.

POMPA DI CALORE ARIA-ARIA
Le pompe di calore aria-aria sono tra le più facili d’installare e sono proprio per questo motivo tra quelle più utilizzate. Tuttavia, è importante tener conto che quando le temperature dell’ ambiente esterno scendono al di sotto dei 5-7 °C, anche le prestazioni del sistema possono risentirne, determinando un aumento dei consumi d’energia.
Si conviene che tale soluzione risulta ideale per chi vive in regioni calde e con un clima abbastanza mite durante tutto l’anno. Un’altra applicazione perfetta per questa tipologia di installazione è quella delle seconde case in sostituzione ai sistemi di riscaldamento tradizionali caldaia/radiatori. In questo caso le pompe di calore aria/aria rappresentano un ottimo compromesso considerando il minor costo di impianto e un comfort potenzialmente minore rispetto a quello di un sistema ad acqua per il riscaldamento ma pesato su un utilizzo saltuario dell’abitazione.

POMPA DI CALORE ARIA-ACQUA
Le pompe di calore aria-acqua ormai hanno superato le pompe di calore aria-aria nei dati di vendita del 2022 e rappresentano circa il 50 % delle pompe di calore (1,5 mln su 3 mln di pompe di calore totali).
Questa tecnologia sfrutta l’aria esterna come fonte d’energia e la utilizza per trasferire calore nell’ acqua contenuta nell’impianto (nei termosifoni o nella serpentina del riscaldamento a pavimento) o nell’acqua calda sanitaria. Il vantaggio è di avere in un unico impianto la combinazione di riscaldare e raffrescare gli ambienti o avere acqua calda sanitaria.
Inoltre la pompa di calore aria-acqua è una tecnologia che può funzionare anche in modalità ibrida, quindi in abbinamento a caldaie a condensazione (che utilizzano come fonte energetica gas metano o gpl).

POMPA DI CALORE ACQUA-ACQUA
La pompa di calore acqua-acqua rientra in quelle che vengono definite pompe di calore geotermiche. Infatti è un generatore di calore che genera energia termica sfruttando le acque di falda, oppure le acque di laghi e fiumi. L’acqua non solo come fonte di calore, ma anche come fluido di lavoro all’interno di essa. L’impianto acqua-acqua può essere considerato tra quelli più efficienti poiché usa l’acqua proveniente dalle falde acquifere, che mantengono sempre una temperatura stabile: ciò garantisce prestazioni alte e costanti per tutta la stagione invernale.
Lo svantaggio? L’elevato costo di installazione, dovuto alla creazione di un pozzo da cui attingere la fonte di alimentazione dell’impianto.

POMPA DI CALORE GEOTERMICA
La pompa di calore geotermica, grazie all’inserimento di un’apposita sonda nel sottosuolo, preleva dal terreno il calore necessario al suo funzionamento. Infatti, a circa dieci metri di profondità, si trovano temperature comprese tra circa 10°C e 15°C che si mantengono costanti per tutto l’anno. Questa scelta risulta molto conveniente se abbinata a sistemi di riscaldamento a pavimento o a pannelli radianti, ma può essere utilizzata anche in abbinamento a sistemi tradizionali come i caloriferi.

Quali sono i vantaggi di scegliere la pompa di calore per riscaldamento, raffreddamento e acqua calda sanitaria?

UNA SCELTA GREEN CHE AIUTA A CONTRASTARE L’INQUINAMENTO E IL CLIMATE CHANGE
Una pompa di calore non utilizza combustibili fossili, quindi non causa localmente emissioni di CO2 né di altre sostanze inquinanti, migliorando la qualità dell’aria soprattutto nelle grandi città. Inoltre, se l’elettricità consumata proviene da fonti rinnovabili (magari dal proprio impianto fotovoltaico), si ottengono climatizzazione e produzione di acqua calda sanitaria totalmente gratuite e ad emissioni zero!

PERMETTE DI ALLINEARSI ALLA NORMATIVA VIGENTE SULLE FONTI RINNOVABILI
L’integrazione di impianti basati su fonti rinnovabili all’interno degli edifici è obbligatoria da qualche anno. In particolare, il D. Lgs 199/2021, che recepisce la Direttiva europea RED II (2018/2001/UE), prevede che da giugno 2022 le rinnovabili debbano garantire il 60% del fabbisogno termico per il riscaldamento e per la produzione di acqua calda sanitaria (il 65% nel caso degli edifici pubblici) negli edifici nuovi o sottoposti a ristrutturazione rilevante. Fino a quella data la percentuale minima da soddisfare era comunque del 50%.

LA CONVENIENZA ECONOMICA DELLE POMPE DI CALORE
L’utilizzo di una pompa di calore elettrica al posto di una caldaia tradizionale a gas consente un risparmio del 30% circa in bolletta, grazie agli altissimi rendimenti di questi sistemi e al funzionamento dell’impianto a basse temperature.
Attenzione! Il risparmio effettivo dipende dalla modalità di funzionamento della pompa di calore, dalla temperatura di mandata dell’acqua all’impianto, dalla località di installazione, e quindi anche dal grado di isolamento termico e dalla tipologia dei terminali di riscaldamento esistenti.

DETRAZIONI FISCALI E INCENTIVI CHE ABBATTONO IL COSTO D’ACQUISTO
Attualmente, una pompa di calore può essere installata in sostituzione di un vecchio sistema di climatizzazione invernale sfruttando la detrazione fiscale del 65% Ecobonus o del 50% (Bonus Casa) fino al 31/12/2024, o dal SuperBonus nelle modalità oggi in vigore. Infine, c’è il Conto termico 2.0 che permette di ottenere direttamente sul conto corrente un contributo per piccoli interventi per la produzione di energia termica da fonti rinnovabili e per l’incremento dell’efficienza energetica.

SCELTA PROIETTATA AL FUTURO
Pensare di sostituire una caldaia a gas con una pompa di calore è una scelta che proietta la vostra casa al prossimo futuro per almeno due ragioni molto contingenti:
1) con l’aumentare dell’energia da fonti rinnovabili, sia a livello centralizzato sia a livello distribuito, il costo dell’energia elettrica in bolletta tenderà a ridursi e quindi ad aumentare drasticamente la convenienza economica
2) l’installazione di una pompa di calore in luogo di una caldaia a gas (o a gasolio) ci permette facilmente, in quasi tutte le installazioni, di migliorare di almeno 2 classi energetiche (il superbonus ce lo ha confermato). Questo vuol dire rendere la propria casa pronta per le prossime leggi che recepiranno la direttive europea EPBD la quale imporrà il raggiungimento delle classi energetiche E e D dal 2027 al 2033. Il tutto senza effettuare (laddove non si possa per questioni di qualsiasi natura) interventi sull’involucro.

La pompa di calore è sempre consigliata:
– nel caso di nuove costruzioni sia di abitazioni unifamiliari che di condomini, perché soddisfa l’impianto “tipo” di oggi: riscaldamento, raffrescamento, acqua calda sanitaria, ricambio d’aria, integrazione con produzione fotovoltaica. Il contesto normativo impone l’utilizzo di più tecnologie che vanno interconnesse in modo smart, al fine di ottenere edifici a basso consumo energetico. Per fare ciò è necessario integrare più dispositivi per soddisfare comfort, efficienza/sostenibilità e garantire facilità di utilizzo. Con una pompa di calore gran parte del lavoro è delegato tutto a un unico generatore;

– nelle riqualificazioni e/o ristrutturazioni immobiliari, in quanto assicura interessanti opportunità di efficientamento energetico dell’edificio, con aumento della classe energetica e conseguente innalzamento del valore dell’immobile.

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CALDAIA A CONDENSAZIONE O POMPA DI CALORE? COME SCEGLIERE

Differenza tra caldaia a condensazione e pompa di calore
Brevemente: la caldaia a condensazione consuma combustibili fossili (gas metano, gpl o gasolio) per il riscaldamento e la produzione di acqua calda sanitaria mentre la pompa di calore sfrutta l’energia termica presente naturalmente nell’aria esterna (o nell’acqua di falda o nel terreno) per trasferire o “pompare” calore all’interno degli ambienti, utilizzando energia elettrica.

Ricordiamo che, oltre al Superbonus, per queste due tecnologie è possibile accedere al normale Ecobonus al 50% e al 65% o al Bonus casa sempre al 50%, fruibile come detrazione fiscale in 10 anni fino al 2024.

I vantaggi di una caldaia a condensazione
Una caldaia a condensazione preleva il gas (che sia metano o gpl) dalla rete e crea una combustione per generare l’energia necessaria al riscaldamento dell’acqua.
Attraverso una pompa, l’acqua calda viene fatta circolare all’interno dei circuiti per alimentare i radiatori o altri terminali di riscaldamento, come i pannelli radianti a pavimento.
La caldaia con impianto a condensazione, rispetto a quelle tradizionali, recupera il calore latente del vapore acqueo presente nei fumi di combustione, che altrimenti sarebbe disperso in atmosfera assieme ai fumi stessi. In questo modo, aumenta l’efficienza e i consumi possono ridursi dal 10 al 30%.

I pro della caldaia a condensazione
– Investimento economico iniziale inferiore, questa soluzione prevede un’installazione piuttosto semplice ed i costi sono moderatamente bassi.
– Funzionalità e resa ottimale anche in presenza di basse temperature esterne;
– Sistema facilmente integrabile con qualsiasi terminale di riscaldamento, dai termosifoni ad alta temperatura a pannelli radianti (parete, soffitto, pavimento).
– Possibilità di prevedere la produzione di acqua calda sanitaria in modalità istantanea, quindi senza necessità di serbatoio di accumulo.
– Accesso agli incentivi dell’Ecobonus 65%/50% (se in classe A) e al Bonus Casa (50%) per tutti gli edifici soggetti a ristrutturazione.

I contro della caldaia a condensazione
– presenza di emissioni inquinanti di anidride carbonica nell’ambiente generate dalla combustione;
– sistema con necessità di allaccio del dispositivo alla rete del gas metano e/o al serbatoio del GPL, quindi il relativo costo di questi combustibili;
– esigenza dell’unità di scaricare i fumi a tetto o a parete.
– risparmio potenzialmente inferiore in bolletta rispetto alla pompa di calore (se quest’ultima viene installata in contesti ottimali).

Cos’é una pompa di calore?
In questo caso il riscaldamento avviene prelevando calore da una fonte naturale esterna più fredda (generalmente l’aria), per trasferirlo all’acqua dell’impianto che circola nei terminali.
Affinché questo accada, è presente un circuito con un particolare gas, che a seguito di una compressione, innalza la sua temperatura per poi cedere calore tramite uno scambiatore.
Una pompa di calore utilizza l’energia elettrica per la gestione del compressore, mentre non impiega elettricità per il riscaldamento diretto dell’aria o dell’acqua, come avviene nelle resistenze elettriche. Per questo motivo la pompa di calore è una macchina molto efficiente in termini assoluti.

I vantaggi della pompa di calore
– Zero emissioni di anidride carbonica e di sostanze nocive per l’ambiente.
– Copre più del 60% del fabbisogno invernale sfruttando una fonte di energia rinnovabile, assorbendo energia elettrica solamente per il funzionamento del compressore.
– Il suo rendimento (in condizioni ottimali) è nettamente più performante in confronto ad una “classica” caldaia; se reversibile, vi è possibilità di utilizzarla 365 giorni l’anno per climatizzare casa sia d’inverno che d’estate.
– La pompa di calore si integra facilmente anche con altre tecnologie rinnovabili come il fotovoltaico e il solare termico. E’ possibile quindi realizzare impianti totalmente a basso consumo.
– Non necessita dello scarico dei fumi a tetto o a parete.
– Accesso agli incentivi dell’Ecobonus (65%), del Bonus Casa (50%) e del Conto Termico 2.0.

I contro della pompa di calore
– l’investimento iniziale è più elevato rispetto a quello di una caldaia;
– vi è una diminuzione dell’efficienza e delle prestazioni con temperature esterne molto basse (sotto 0°C);
– non è indicata per funzionare con i tradizionali radiatori se questi funzionano ad alta temperatura, ma garantisce le migliori performance in abbinamento a sistemi di distribuzione del calore a media/bassa temperatura;
– necessità di uno spazio all’aperto per installare l’unità esterna.

Come capire quale impianto installare?
È sempre consigliabile l’analisi del contesto da parte di un termotecnico, in ogni caso prima di decidere quale delle tue tecnologie installare, vi sono alcune considerazioni da vagliare:
1) bisogna valutare quale sia il migliore impianto in funzione delle condizioni di installazione, della località e delle condizioni dell’involucro edilizio,
2) è indispensabile una figura professionale che sappia gestire e supervisionare la realizzazione degli impianti,
3) se si verificheranno problematiche o imprevisti che richiederanno interventi tempestivi è necessario affidarsi a professionisti che sappiano prendere le opportune decisioni del caso in breve tempo.

Non esiste infatti una risposta univoca al quesito che si pone di fronte alla scelta tra una caldaia a condensazione e una pompa di calore. In alcune circostanze la miglior soluzione potrebbe essere un impianto ibrido.

Cos’é un impianto di riscaldamento ibrido e quali vantaggi offre ai proprietari di immobili?
Gli impianti ibridi (anch’essi incentivabili dall’Ecobonus 65%) sono soluzioni in cui pompa di calore e la caldaia a condensazione coesistono; comportano un investimento iniziale maggiore, ma possono portare a benefici immediati sul risparmio in bolletta.
Il principio è semplice: nei periodi climatici più miti la pompa di calore consente sicuramente un notevole risparmio, cosa che invece non accade se le temperature all’esterno si avvicinano allo zero, momento in cui entra in funzione la caldaia a condensazione.
Un sistema elettronico di gestione può far sì che il funzionamento dell’impianto cambi in tempo reale al fine di massimizzare il risparmio in bolletta.

Sicuramente fare la scelta giusta dal punto di vista energetico e impiantistico consente una reale riduzione dei consumi (e costi), il miglioramento del livello di comfort e, allo stesso tempo, l’aumento del valore dell’abitazione o dello stabile in generale.

Vuoi una valutazione sulla fattibilità/compatibilità di un impianto?
Anticipiamo già che per questo tipo di intervento è necessario effettuare calcoli dimensionali e di fattibilità per definire le prestazioni energetiche dell’edificio e la potenza dei macchinari da installare.
Da questi ne nascerà un progetto d’impianto su misura che terrà conto sia delle esigenze del committente, sia delle caratteristiche dell’ubicazione, per evitare sovra o sotto dimensionamenti.

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GIORNATA MONDIALE DELL’AMBIENTE: I DATI DELL’OSSERVATORIO CITTÀ CLIMA

Un pianeta Terra sempre più in difficoltà, minacciato da una crisi climatica che non arresta la sua corsa e che non risparmia nessun Paese nel mondo. Campanello dall’allarme: il trend in crescita degli eventi climatici estremi. Solo in Italia dall’inizio 2023 sono aumentati del +135% rispetto a quelli di inizio 2022. In particolare, nella Penisola, da gennaio a maggio, si sono registrati 122 eventi estremi contro i 52 degli stessi mesi del 2022Gli allagamenti da piogge intense sono la tipologia che si è verificata con più frequenza con 30 eventi contro i 16 dei primi 5 mesi del 2022, segnando così un +87,5%. Inoltre, da inizio anno sono sei le regioni più colpite da eventi climatici estremiEmilia-Romagna (36), Sicilia (15), Piemonte (10), Lazio (8), Lombardia (8), Toscana (8). 

È quanto denuncia Legambiente che il 5 giugno 2023, in occasione della giornata mondiale dell’ambiente, ha diffuso i nuovi dati del suo Osservatorio Città Clima, per sottolineare l’sos che arriva dall’ambiente e dal clima e per lanciare un messaggio chiaro al Governo. Per aiutare l’ambiente e contrastare la crisi climatica in atto, servono politiche climatiche più ambiziose accompagnate da interventi concreti sia a livello nazionale sia a livello europeo. Da un lato l’Italia deve accelerare il passo approvando il Piano di adattamento climatico di cui il nostro Paese è ancora sprovvisto e prevedendo risorse adeguate; aggiornando entro fine giugno il PNIEC; approvando una legge contro il consumo di suolo che l’Italia attende da 11 anni. Tre azioni prioritarie su cui l’Italia ad oggi è in forte ritardo. A livello europeo, per Legambiente, è importante che si definisca subito un Patto di solidarietà per il clima, come proposto dal Segretario Generale dell’ONU Guterres, tra Paesi industrializzati, emergenti ed in via di sviluppo per raggiungere zero emissioni nette entro il 2050 a livello globale. Con l’impegno dei Paesi industrializzati di sostenere finanziariamente l’azione climatica dei Paesi più poveri ed anticipare al 2040 il raggiungimento di zero emissioni nette. 

“La fotografia scattata dal nostro Osservatorio Città Clima sugli eventi climatici estremi parla chiaro – dichiara Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente – bisogna invertire al più presto la rotta.  L’alluvione che ha colpito nelle scorse settimane l’Emilia-Romagna e le Marche, ma anche le violente piogge che si sono abbattute in questi ultimi giorni in Sardegna e in altre regioni d’Italia sono l’ennesima dimostrazione di quanto la crisi climatica stia accelerando il passo causando ingenti danni all’ambiente, all’economia del Paese, e perdite di vite umane. Al Governo Meloni chiediamo un’assunzione di responsabilità perché per affrontare il tema della crisi climatica serve una decisa volontà politica con interventi concreti non più rimandabili per riparare gli errori del passato come ad esempio tombare i fiumi, costruire in aree non idonee o in prossimità dei corsi d’acqua… Ora bisogna voltare pagina e i primi strumenti per farlo sono proprio il piano di adattamento al clima e le risorse per attuarlo, l’aggiornamento del PNIEC, una legge contro il consumo di suolo. Senza dimenticare che il Paese ha bisogno di più politiche territoriali di prevenzione e campagne informative di convivenza con il rischio. Solo così si potrà evitare che l’ultima tragedia sia la penultima e che il Paese rincorra sempre l’emergenza”.  

Tre azioni urgenti su cui l’Italia deve accelerare il passo. Piano nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici: l’Italia deve approvare definitivamente il Piano nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici, ancora in standby dopo la fase di VAS (valutazione ambientale strategica) avviata dal governo alla fine dello scorso anno dopo la tragedia di Ischia. E stanziare le adeguate risorse economiche per attuarlo, visto che non sono state previste nell’ultima legge di bilancio.  

PNIEC. L’Italia, insieme agli altri Stati membri dell’Unione Europea, entro la fine di giugno deve aggiornare il suo Piano Nazionale Integrato Energia e Clima (PNIEC). Strumento fondamentale per mettere in campo, nei prossimi anni cruciali da qui al 2030, un’ambiziosa azione climatica europea e nazionale in grado di contribuire a contenere il surriscaldamento del pianeta entro la soglia critica di 1.5°C e fronteggiare l’emergenza climatica. L’Italia, in sintesi, deve fare la sua parte con la revisione del suo PNIEC andando ben oltre l’inadeguato obiettivo climatico nazionale del 51% proposto nel PNRR per il 2030.  

L’Italia può colmare l’attuale ritardo (dal recente rapporto dell’ISPRA sugli scenari emissivi dell’Italia emerge che nel 2030 con le politiche correnti potremo raggiungere una riduzione delle emissioni climalteranti di appena il 33% rispetto ai livelli del 1990) e centrare l’obiettivo climatico del 65% grazie soprattutto al contributo dell’efficienza energetica e delle rinnovabili. In questa partita è fondamentale, anche per accelerare la transizione energetica, prevedere il phase-out dei sussidi alle fonti fossili entro il 2030, liberando così importanti risorse finanziarie da investire nello sviluppo delle rinnovabili e dell’efficienza energetica. E poi accelerare la decarbonizzazione dei trasporti, la mobilità elettrica può e deve fare la differenza

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ELIMINAZIONE PROGRESSIVA PER IL RISCALDAMENTO A FONTI FOSSILI, OBBLIGO RIQUALIFICAZIONE PER GLI EDIFICI ENERGIVORI E NUOVE COSTRUZIONI A ENERGIA ZERO. ECCO LA NUOVA DIRETTIVA EPBD.

Si sta molto discutendo sulla proposta di Direttiva europea sull’efficienza energetica degli edifici (EPBD, Energy Performance of Building Directive) approvata dal Parlamento UE il 14 marzo 2023, con la quale l’Europa alza l’asticella sull’efficienza e decarbonizzazione degli edifici.

Il cammino è ancora lungo, ma le novità introdotte hanno già creato qualche scompiglio, come quella che riguarda i sistemi di riscaldamento a combustibili fossili come il gas.

In questo senso la proposta della nuova Direttiva EPBD (che, ricordiamo, non è definitiva), include due raccomandazioni distinte. Per quanto riguarda l’installazione di nuovi impianti:
1) Gli Stati membri non devono più autorizzare l’utilizzo caldaie a combustibili fossili nei nuovi edifici o in quelli sottoposti a ristrutturazioni importanti dalla data di recepimento della Direttiva;
2) Devono eliminarne gradualmente l’uso in tutti gli edifici entro il 2035 o, se non fattibile, entro il 2040.

Dalla scure della Direttiva EPBD si “salvano” i sistemi ibridi e le caldaie certificate per funzionare con combustibili rinnovabili (come l’idrogeno, che noi stessi installiamo) anche in percentuali ridotte che potranno continuare ad essere venduti e installati.

La direttiva si occupa anche degli incentivi che attualmente sono concessi nei vari Paesi per l’installazione di nuovi sistemi di riscaldamento a combustibili fossili. In particolare:
al più tardi dal 1° gennaio 2024 gli Stati membri non offriranno più incentivi finanziari per l’installazione di caldaie individuali che usano combustibili fossili. In sostanza, nel caso la caldaia si guastasse potrebbe non essere più disponibile nessuno sconto (Ecobonus, Bonus ristrutturazioni e Superbonus) se non per le pompe di calore “pure” e i collettori solari.

Cosa sostituirà le caldaie a gas?
Con lo stop per le caldaie a gas si apre una strada maestra per le pompe di calore, che possono essere installate in moltissimi casi: dalle nuove abitazioni unifamiliari ai condomìni, fino agli edifici dove sono presenti i tradizionali radiatori.
Il blocco agli incentivi alle caldaie va letto presumibilmente in questo senso. Essendo la pompa di calore aria-acqua una tecnologia costosa (anche 3 o 4 volte una caldaia) lo strumento politico per incentivarne l’utilizzo è quello di abbatterne il costo di investimento rispetto alla caldaia. Mantenendo l’incentivo sulle pompe di calore (ad esempio l’attuale 65%) e togliendolo sulle caldaie il costo di investimento netto per l’utente finale diventa molto simile nei due casi, a fronte a un risparmio energetico negli anni ben superiore.

Il problema della classificazione energetica
Secondo le stime dell’Ance (Associazione Nazionale dei Costruttori Edili), sul totale di 12 milioni di edifici residenziali in Italia, si tratta di circa 1,8 milioni di edifici che risulterebbero in classe G che sarebbero da riqualificare entro il 2030. A queste si devono aggiungere circa 230.000 altre tipologie di fabbricati. Sarebbe necessario un ritmo di lavoro davvero sostenuto, superiore rispetto a quanto è stato realizzato con il Superbonus che, in tre anni, ha consentito di agire sul 3,1% degli edifici residenziali italiani.

La nuova Direttiva, però, prevede diverse deroghe, oltre a consentire, per una percentuale limitata di edifici (ad esempio quelli pubblici di residenza sociale), di adeguare gli obiettivi in funzione della fattibilità economica e tecnica delle ristrutturazioni e della disponibilità di manodopera.

Insomma, la strada è ancora lunga, ma è necessario iniziare a pensare ai cambiamenti energetici che coinvolgeranno tutta la comunità con l’obiettivo comune di salvaguardare l’ambiente. E noi siamo al tuo fianco: scopri i nostri servizi.